martedì 9 febbraio 2016

il
lieto
fine
è
pur
sempre
una
fine.

Fine.


Lui

quando penso a lui penso al lato bello della banalità. al lato bello della routine. al lato bello dell'abitudine. a cosa sarebbe l'abitudine. a quanto sarebbe bello apprezzare ogni giorno il suo corpo e trovarne ogni giorno un lato che non  conosco. un centimetro al giorno mentre il centimetro osservato il giorno precedente cambia. al suo respiro. all'odore che cambia vicino al mio odore diventando un altro odore. non so, credo che in quel mondo che scegli hai tutta la voglia di viaggiarci dentro ed intorno. e non è questione di bisogno. è questione di curiosità. è la voglia di star ferma per un bel po'. è il tempo che hai a disposizione. la serenità. la calma.
vorrei stare a due passi dalla sua voce.
mentre me ne devo andare, mentre mi devo rassegnare al fatto che per lui non è lo stesso.

lunedì 18 gennaio 2016

mi chiedono come sto e rispondo che sto di merda e cominciano a gettarmi la loro merda addosso.
mi chiedono come sto e dico che sto bene e mi gettano la loro merda addosso.
allora ho capito che la gente ti rompe il cazzo solo per gettarti la merda addosso e siccome lo so evito di chiedere io come stanno gli altri sia che sto bene che sto di merda.
era l'unico al quale oltre al mio amico del cuore chiedevo come stesse per sapere davvero come stesse e per dirgli che stavo bene.

anche se non era vero affatto.

con le virgole che non uso ne faccio una immensa nello sterno tra i due seni per dare una grande pausa di riflessione al cuore prima di infettarmi tutto il corpo d'amore.

domenica 17 gennaio 2016

Pezzo di... me.

Bisognerebbe cominciare a scoparsi il dolore. come dicevi tu. essere generosa con gli altri. donare il corpo dedicarsi a una miriade di orgasmi. eccitarli fargli scoppiare il cazzo farsi scopare senza nemmeno godere. ricominciare a girare a leccare la vita e non seccare in un letto appena ho tempo. seccare in un letto pensando piangendo e ascoltando musica scrivendo. dovrei coprire le occhiaie togliere il broncio accettare una cena. rispondere ai messaggi. palrare al telefono. smettere di non esser d'accordo. fare un po' l'oca.
per fare cosa? confronti tra e mani e le carezze? per ricordare sempre la tua faccia piangendo e fargli pensare che mi commuovo con e grazie e per loro? ridere come ridevo con te quando fintamente mi maltrattavi o mi trovavo in mano il tuo fallo generoso e sull'attenti? quando mi sentivo una adolescente che provava imbarazzo nello spogliarsi o una grande troia da letto con la lingua sul tuo petto? adattarmi alla loro musica?
per l'odio che provo per te dovrei mandarti sottocasa un canzoniere con tutto il repertorio di quel faccia di cazzo di mengoni. altroché bei regali di natale ben pensati per farti ridere di cuore. se il cuore tu lo hai.
non farò nulla. mi lascerò consolare dall'unico amico che ho quando ricorderà di essere l'unico amico che ho. perché anche questo non ho vicino.

me lo avevi detto.
te lo avevo detto. l'amore non esiste.
ma tu hai voluto cacciarmelo fuori.

io spero che non sia stato vano e che tu ti sia sentito amato da un'estranea che lo aveva scelto perché non aveva nessun vincolo che la obbligasse.

vaffanculo.


sabato 19 dicembre 2015

Mi manca il passeggiare dei suoi occhi dietro ad ogni cosa che dico e faccio e la musica che ha dentro la sua soddisfazione la stanchezza celata e la forza che ha dentro la sua meraviglia e la sua curiosità il suo imbarazzo e la sua malinconia la sua solitudine la sua normalità ed il rispetto che ha anche dell'aria.
mi manco un po' io.
Fine.

martedì 1 dicembre 2015

mille giorni o forse più

il gioco sporco è stato farmi arrivare ad implorare un dio che non esiste per scartare ogni dubbio. per arrivare all'incredibile dell'incredibile. per esser certa di aver fatto tutto perché una o due volte stesse con me o mi cercasse o si incazzasse con me. per aprire un varco nuovo, diverso. non mi conosce nemmeno un po' eppure riesce ad escludermi da tutto, pur di non vedere altri lati di me se non quello della simpatica odiosa impertinente adolescente puntigliosa. sono da film. si sta dentro un film. e cosa vuoi che faccia una che nella vita ha visto un sacco da non riuscire a star ferma con la testa nemmeno un minuto? gioca. e gioca con ciò che ha in mano. ma non la vedi piangere. né ridere con suo figlio. o litigare con la figlia. o come guarda la gente sulla banchina della metro. di come sculetta al centro. di come guarda gli uomini. di come gioca coi bambini. di come gode quando cucina. o quanto sorride quando compra la sua lingerie. come si alza dal letto priva del ricordo del giorno precedente. la sua mania per la pulizia la stessa che dimentica quando mangia suo nipote. la donna in bocca a tanti. la femmina che è solo tua. le sue scarpe. il suo cassetto disordinato della lingerie e le sue calze. se sogna. se discute con sé stessa allo specchio. e quando si trucca. si veste e se decide di farlo di più o di meno.

non piango da giorni ma sono tanto triste di quella tristezza asciutta che ti ha consumato le ossa.

mi hai dato un'anima solo per divorarmi dentro.

quando mi manca tanto cerco di litigarci nei ricordi, è divertente.

sabato 28 novembre 2015

Domani ti scrivo tutto.